Con il crossbreeding si vive meglio

L’incrocio a tre vie è stato preferito per sfruttare al meglio l’eterosi

Gestione mandria

Con il crossbreeding si vive meglio

Vacche sane e longeve, meno rimonta e mandria più rustica. All’Albalat, grande stalla modenese, è sei anni che si è iniziato positivamente l’incrocio a tre vie

Il crossbreeding è uno degli argomenti più controversi della moderna zootecnia, anche se troppo spesso la discussione ha preso una connotazione ideologica, più che tecnica. D’altro canto il confronto fra “puristi” e “meticcisti” oggi ha senso solo nel ring di una mostra nazionale e non certo in stalla, dove dovrebbero essere solo i dati a parlare. All’Albalat, grande stalla cooperativa situata nelle campagne di Carpi (Mo), l’approccio è estremamente laico e quello che il direttore Carmelo Monteleone e il responsabile tecnico Gianluca Cavani decidono, parte solo da considerazioni economiche. Il loro compito è quello di far quadrare i conti, a costo di qualche rinuncia sotto il profilo “estetico”, perché, diciamocelo pure, il crossbreeding avrà anche i suoi vantaggi, ma non premia l’occhio degli appassionati della Frisona.

Carmelo Monteleone, Gianluca Cavani, Albalat
Da destra Carmelo Monteleone e Gianluca Cavani
 

Meno rimonta

La loro esperienza è senz’altro significativa non solo perché la mandria è formata da più di 900 vacche in mungitura e da oltre 1800 capi in totale, ma soprattutto perché in questo momento stanno nascendo le F6, facendo dell’azienda agricola emiliana una delle realtà che da più tempo hanno adottato questo tipo di incrocio. “Abbiamo iniziato da ormai 6 anni – ricorda Cavani – perché avevamo un problema di rimonta da risolvere.

Albalat, crossbreeding
All'Albalat in questo momento stanno nascendo le F6

Oggi siamo già al secondo giro di crossbreeding, con le F5 in produzione e qualche F6 nata da qualche mese. Sino al 2013 eravamo una stalla al 100% di Frisona, ma non riuscivamo a scendere sotto al 40% di rimonta, e questo ci avrebbe costretti o a ridurre il numero degli animali allevati o ad acquistare sul mercato le manze, con tutti i problemi che questa scelta inevitabilmente comporta. La questione non è tanto economica, quanto sanitaria e quando in passato abbiamo ampliato la stalla abbiamo dovuto acquistare sul mercato parecchio bestiame da rimonta, portandoci a casa micoplasmi, paratubercolosi, vaginiti e varie forme influenzali che per almeno un trimestre hanno abbattuto la produzione di latte. Da quando invece gestiamo la rimonta tutta internamente è tutto cambiato e queste problematiche sono venute meno.

Albalat, crossbreeding, giostra
In stalla è installata una giostra da 40 poste

Sotto il profilo della fertilità, anche prima eravamo una stalla con ottime performance e viaggiavamo con un tasso parto-concepimento di 100-105 giorni, ma oggi, con il crossbreeding siamo comunque scesi a quota 96, con un’attesa volontaria di 50 giorni e un intervallo parto-prima fecondazione di 71 giorni. Certo – spiega Gianluca – passare al crossbreeding non è stata una passeggiata perché sotto il profilo gestionale richiede grande precisione. Abbiamo scelto l’incrocio a tre vie per poter sfruttare al meglio l’eterosi, ma abbiamo avuto da subito la consapevolezza che, una volta presa questa strada l’avremmo dovuta continuare a seguire con coerenza, senza tentennamenti, perché altrimenti avremmo costruito una mandria priva di logica.

Albalat, mungitura
In questo momento si mungono 900 vacche

Delle tre razze che utilizziamo la Frisona è essenziale per dare la spinta a latte, la Montbéliarde ci serve per la struttura e la Viking Red invece contribuisce sotto il profilo dei titoli e della resistenza alle malattie. La vera sorpresa è stata la Montbéliarde perché abbiamo avuto degli F1 che ci hanno prodotto anche più latte della Frisona, e non ce lo saremmo mai aspettato”.

Albalat, vitelli
La mortalità dei vitelli è ancora ad un livello più elevato rispetto alle aspettative
 

Produzioni interessanti

“L’esperienza di questi anni? Positiva. Ma è chiaro che produciamo un po’ meno latte rispetto a quanto avremmo munto se avessimo avuto il 100% di Frisona. Occorre un cambio di mentalità perché hai a che fare con animali che in base alla loro fase di incrocio esprimeranno primariamente le caratteristiche principali delle razze incrocianti”.

Albalat, Parmigiano Reggiano
L'Albalat è una stalla da Parmigiano Reggiano

All’Albalat non si è iniziato subito con il crossbreeding su tutta la stalla, ma i primi tempi veniva usata la Montbéliarde sulle vacche Frisone più problematiche, poi, quando sono arrivati i primi dati e in azienda hanno visto il positivo effetto dell’eterosi, anche sotto il profilo sanitario, ampliando l’utilizzo del crossbreeding, sino ad applicarlo a tutta la mandria a partire dal 2018. “Lavorare al 100% in crossbreeding non significa però abbassare la guardia nella scelta dei tori - spiega Gianluca Cavani - e nella nostra realtà continuiamo a ricercare i tori più performanti della Frisona, della Montbeliarde e della Viking Red. Chi pensa che il crossbreeding porti un risparmio nell’acquisto delle fiale sbaglia e lo dico con l’esperienza di una stalla da 1100 parti all’anno. Così come vorrei ribadire che la gestione di una mandria a tre vie sia un’attività delicata e richieda una diversa attenzione rispetto alla Frisona.

Albalat, vitelli
I meticci? Vitali, rustici e sempre produttivi

I vantaggi sono di altra natura, gli animali durano di più in stalla, sono mediamente più sani e anche a livello riproduttivo non ci hanno mai dato problemi. Con il risultato che oggi la nostra rimonta è scesa al 34%, vero obiettivo di partenza di tutto questa piccola rivoluzione aziendale. Si lavora senza avere l’incubo della consanguineità e si accetta anche di produrre qualche litro di latte in meno, ma con la certezza di avere una vacca che difficilmente passa dall’infermeria. Poi non ci dimentichiamo mai di essere una stalla da Parmigiano Reggiano e quindi, quando è possibile, preferiamo i tori con K-caseina BB. Un altro aspetto non secondario è che nel 34% di rimonta oggi abbiamo almeno un 14% di rimonta volontaria e questo ci consente una taratura più fine della mandria, potendo perseguire i veri obiettivi che ci siamo posti. Oggi stiamo viaggiando con medie di stalla di 29,94 litri, un dato davvero buono. Non c’è stato rallentamento estivo e ci siamo in pieno autunno con ottime prospettive. Anche sotto il profilo dei titoli – conclude Gianluca Cavani - il latte è eccellente e per quanto riguarda le cellule somatiche, rispetto all’esperienza con la Frisona in purezza, la situazione è nettamente migliorata e oggi siamo sotto a quota 200mila, una bella soddisfazione”.

Albalat, unifeed, Parmigiano Reggiano
L’alimentazione della mandria è impostata secondo le regole del disciplinare del Parmigiano Reggiano

“Il crossbreeding - dice Carmelo Monteleone – forse non ci aiuterà a risolvere tutti i problemi con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno nella gestione di una stalla di oltre 1000 vacche, ma di certo ha ridotto il nostro stress quotidiano, perché sappiamo di poter contare su animali nettamente più rustici e comunque sempre produttivi”.
In nome della sostenibilità (economica) e del benessere (mentale) dell’allevatore.