Tutti pronti per tornare a scuola?

Attualità

Tutti pronti per tornare a scuola?

Allevatori e trasportatori dovranno seguire un breve corso di aggiornamento sulle procedure sanitarie. Ecco le disposizioni di legge da seguire

 

Con il decreto 6 settembre 2023 del Ministero della Salute, la Direzione Generale della sanità animale ha illustrato un provvedimento che descrive “… le modalità di erogazione dei programmi formativi per gli operatori ed i professionisti degli animali, in materia di sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali”. Tradotto in parole semplici, il Ministero chiede che venga effettuato un breve ciclo di lezioni (in tutto 18 ore) indirizzate a tutti coloro che hanno a che fare con gli animali. Sostanzialmente il ciclo dovrebbe contemplare brevi presentazioni con l’obbligo di essere visualizzate e completate entro la fine dell’anno in corso. Lo scopo è quello di aggiornare gli operatori (nuovo termine per chi lavora in stalla) sui moderni criteri di sorveglianza e controllo della mandria e sulla prevenzione e segnalazione di malattie vecchie e nuove degli animali allevati.

Di primo acchito potrebbe sembrare una delle tante noiose formalità: in realtà, seguendo questo corso ben articolato ed accompagnato (magari) da illustrazioni e pratici video da seguire online, l’allevatore potrà aggiornare il suo bagaglio di conoscenze zootecniche sui due grandi aspetti dell’allevamento: la salute della mandria ed il rispetto del benessere animale, commentati da esperti del settore.

 

Gli argomenti della formazione

Ecco i temi affrontati nel corso della formazione obbligatoria.

1. Salute degli animali (8 ore). Questo modulo è indirizzato alla descrizione delle principali malattie della specie considerata (malattie tradizionali, come la TBC o la Brucellosi, o recenti, come le forme virali di questi ultimi decenni). Con esempi pratici, foto o brevi filmati, verranno mostrati e commentati i principali sintomi e spiegata l’importanza della sorveglianza sistematica dei soggetti per cogliere al più presto i primi segni di sofferenza.

2. Identificazione e registrazione dell’allevamento e della filiera produttiva di appartenenza (4 ore). Dovranno essere illustrati i parametri principali dell’allevamento, quali: l’obbligo di registrazione dell’azienda, del produttore e di chi accudisce materialmente gli animali, la tracciabilità delle movimentazioni in entrata e in uscita di animali e prodotti, compresi in particolare trattamenti e medicinali.

3. Gestione dell’azienda, biosicurezza e flussi di animali, persone e materiali (6 ore). Questa la parte specificatamente dedicata alle misure efficaci di prevenzione delle malattie. In questo terzo blocco di argomenti il docente dovrà sottolineare in maniera pratica i concetti di tutela della salute animale attraverso il metodo preventivo della biosicurezza esterna ed interna dell’allevamento, descritti in un piano a misura dell’azienda. All’interno di questo modulo poi verrà anche spiegato e rimarcato il ruolo di Classyfarm, la piattaforma di raccolta dati sanitari ormai entrata nel bagaglio di molti allevatori e veterinari, quale registro di valutazione dei pro e dei contro utili a misurare la “classe di rischio” aziendale che, a sua volta, servirà a tarare i controlli ufficiali dell’Asl.

 

Iniziativa necessaria

Bisogna risalire al 1954 per consultare le ultime regole di sanità animale pubblicate e raccolte in un regolamento nazionale (Regolamento di Polizia Veterinaria) obiettivamente ormai superato nei fatti, con datate disposizioni, aggiornate tramite “rappezzi” normativi sempre più difficili da applicare. Fortunatamente è venuta in soccorso l’Europa, per tanti versi criticata, ma in questo caso fortunatamente provvidenziale: datato 9 marzo 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale europea il Regolamento 429/2016 (meglio conosciuto dagli addetti come Legge di salute animale). In questi ultimi anni il documento è stato adottato da tutti gli Stati membri come testo unico e fondamentale di tutta la normativa sulla salute e sul benessere degli animali allevati, da produzione e da compagnia. L’Italia lo ha fatto proprio applicandolo pienamente dal febbraio del 2022.

Sostanzialmente le nuove disposizioni di questa legge europea si basano su tre grandi principi: uniformare le norme sulla sanità del bestiame in tutta l’UE, prevenire le malattie e promuovere la salute animale e predisporre un’attività di formazione continua per gli allevatori, in applicazione degli indirizzi veterinari per quanto attiene la prevenzione e la cura. Ecco perché tra i numerosi cambiamenti previsti si inserisce l’obbligo di aggiornare costantemente le conoscenze degli addetti al settore nelle materie di prevenzione, sanità e benessere del bestiame. E proprio per questo la Direzione generale della sanità animale del nostro Ministero, nel luglio scorso, ha diramato una nota che, rivedendo alcune disposizioni già sorpassate, emanate alcuni anni prima, rimanda alle indicazioni del Regolamento europeo in materia di formazione degli addetti al bestiame, di qualsiasi specie si tratti, persino degli animali da compagnia.

 

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Il Regolamento 429/2016 intende promuovere la salute animale e favorire la formazione continua degli allevatori

 

Caratteristiche della formazione

Per gli animali da reddito la formazione consiste in 18 ore di trattazione, adattate ovviamente alla specie prevista (riducibili del 30% solo in allevamenti di ridotta dimensione), effettuate quasi tutte in modalità FAD, meglio conosciuta come Formazione a distanza, via web sul proprio computer.

I “fornitori” di questa formazione potranno essere soggetti diversi, pubblici (Università, Istituti Zooprofilattici o ASL) o privati (aziende di consulenza). Il programma prevede tre precisi blocchi di argomenti, ritagliati sulle caratteristiche dell’allevamento e riferiti alla specie considerata, con aspetti di peculiarità caso per caso, se nella medesima azienda siano allevate specie diverse di animali.

 

Conclusione

È comprensibile che, di fronte a questa proposta di formazione obbligatoria, l’allevatore mostri un’iniziale diffidenza, liquidandola sbrigativamente come l’ennesimo tassello burocratico calato a complicare l’attività quotidiana dell’azienda. In realtà questo giudizio sarà molto condizionato dalla modalità adottata del “fornitore” del corso nell’illustrare i tre moduli del programma.

Sicuramente almeno due potrebbero essere i criteri di successo di questa iniziativa. Il primo è quello di adottare il metodo della FAD (formazione a distanza) e non in presenza, che consentirà all’allevatore di scegliere i tempi di partecipazione più adatti alla sua giornata di lavoro, comodamente seguita da casa. Secondariamente ci si aspetta che i docenti utilizzino maggiormente esempi pratici (brevi filmati o immagini da commentare) in maniera da far apprezzare la lezione con quotidiane situazioni di campo vissute direttamente da chi è del mestiere. Quindi, si spera venga utilizzata meno teoria e più pratica nell’illustrare il lavoro di stalla.

 

A cura di Giancarlo Belluzzi