Sostenibili anche in campo con Soil Bank

Le attività condotte nel quadro del progetto Soil Bank hanno anche consentito di mettere a punto nuove varietà di cover crop adatte all’areale veneto, come la veccia vellutata

Attualità

Sostenibili anche in campo con Soil Bank

Il progetto di ricerca condotto in Veneto da Seminart in collaborazione con alcuni partner scientifici ha messo in luce quali sono le migliori strategie per ridurre l’impiego dei fertilizzanti di sintesi e i vantaggi ambientali ottenibili con le cover crop

 

In un contesto europeo orientato al green deal, anche all’attività zootecnica viene richiesta particolare attenzione nell’uso delle risorse naturali per la salvaguardia del suolo e la lotta alla desertificazione. Infatti, pratiche di allevamento animale non correttamente gestite possono avere ripercussioni negative sull’ambiente. Le colture agrarie a scopo zootecnico ricoprono un ruolo chiave nella sostenibilità della filiera e, se non correttamente gestite, possono provocare un impatto ambientale sulla biodiversità e sull’impiego di risorsa idrica a fini irrigui. In considerazione di ciò e in vista del cambiamento climatico in atto, la ricerca agronomica si è posta l’obiettivo di individuare tecniche che preservino nel lungo periodo la fertilità dei terreni agricoli e la complessiva sostenibilità dell’agro-ecosistema.
Specialmente nelle aree vocate alla zootecnica, le proprietà fisico-chimiche dei terreni, e di conseguenza la mitigazione dell’impatto degli effetti del cambiamento climatico, possono essere migliorate attraverso una gestione efficiente degli effluenti derivati dagli allevamenti e dagli impianti a biogas ad essi collegati, e attraverso l’introduzione nel sistema agricolo di colture di copertura (cover crop).

 

Investire nel suolo

Con l’obiettivo di individuare strategie per il miglioramento della qualità del suolo nell’areale veneto, Seminart, azienda produttrice sementiera, insieme ad altri partner scientifici e territoriali (Dipartimento Dafnae dell’Università degli Studi di Padova e Consorzio di Bonifica Veneto Orientale - C.B.V.O.), ha intrapreso Soil Bank, un progetto caratterizzato da una forte connotazione multidisciplinare che ha affrontato lo studio dell’agro-ecosistema da differenti prospettive quali l’agronomia, le coltivazioni erbacee, la chimica, la microbiologia e la genetica agraria.
Il progetto si è posto due obiettivi: da un lato individuare una strategia agronomica basata su fertilizzazione organica, uso di cover crop e irrigazione per incrementare il contenuto di sostanza organica dei terreni agricoli e le capacità di ritenzione idrica; dall’altro sviluppare nuove varietà sintetiche di cover crop adatte all’areale veneto.

 

Tabella 1 Seminart ok.png

 

La prova

Le attività svolte nell’ambito del progetto sono state condotte presso il Podere Fiorentina del CBVO a S. Donà di Piave (Ve) e presso l’azienda agricola sperimentale “L. Toniolo” dell’Università di Padova a Legnaro (PD). Le prove svolte al Podere Fiorentina hanno impegnato 6 ettari gestiti mediante una rotazione di mais e soia (vedi tabella 1) al fine di confrontarne il comportamento quando sottoposte a differenti fertilizzanti organici (compost e digestato) e condizioni irrigue (microirrigazione e non irrigato).
Nel momento in cui si intraprendono fertilizzazioni organiche, quali compost e digestato, è bene sapere che esse apportano all’agro-ecosistema elementi nutritivi in una forma più stabile rispetto ai comuni concimi di sintesi e ne consegue che, specialmente nei primi anni di avvio della fertilizzazione con matrici organiche, si può osservare una minore disponibilità di elementi nutritivi. Questo effetto di immobilizzazione dei nutrienti tenderà a ridursi nei cicli colturali successivi.
Raccolte le colture principali, sono state sperimentate tre differenti modalità di gestione del terreno nei mesi invernali: suolo nudo con vegetazione spontanea, cover crop di triticale e cover crop variabile negli anni (es. senape o loiessa). I risultati preliminari hanno mostrato come la maggiore omogeneità di copertura delle cover crop rispetto alla vegetazione spontanea permetta di mantenere l’azoto in superficie impedendo alle forme più mobili di percolare nell’acqua di falda ed essere causa d’inquinamento (grafici 1 e 2).
Le attività svolte presso l’azienda “L.Toniolo” hanno invece riguardato lo sviluppo di nuove varietà di cover crop adatte all’areale veneto che, grazie ad un meticoloso lavoro di selezione, hanno generato nuove colture di copertura specifiche. La definizione dei caratteri, avvenuta in sinergia tra tecnici di Seminart e Dipartimento Dafnae, è durata due stagioni. Sebbene al primo anno di intervento sia stata riscontrata una grande variabilità fenotipica tra le popolazioni in prova, al successivo, l’impegno profuso dai tecnici è stato ricompensato in quanto l’intensa selezione iniziale ha permesso poi di eliminare pochi individui segreganti e ottenere così gruppi molto uniformi, ottima base genetica per lo sviluppo delle future varietà.

 

Graf 1 e 2 Seminart.png

 

Conclusioni

L‘utilizzo di fertilizzanti organici ha dimostrato che, al fine di mantenere rese soddisfacenti, è consigliabile, almeno per i primi anni e per colture non leguminose, integrare la quota di elementi nutritivi (specialmente azoto) con concimi di sintesi. Il confronto effettuato tra il digestato e il compost ha mostrato che il primo è in grado di cedere azoto alla pianta in minor tempo rispetto al secondo ed è quindi preferibile tra i due volendo contenere da subito l’apporto di fertilizzante chimico.
L’introduzione di colture di copertura invece sembra dare evidente beneficio nella prevenzione della lisciviazione dei nitrati e nell’incremento della riserva idrica nel suolo, mentre la valutazione di ulteriori servizi ecosistemici richiede tempi di studio più lunghi. 

 

Il progetto Soil Bank è stato finanziato nell’ambito del programma Uni-Impresa 2019 promosso dall’Università degli Studi di Padova.


di A. Farè (Seminart); C. Maucieri (Dip. Dafnae); G. Paulon (Consorzio di Bonifica Veneto Orientale - C.B.V.O.)