Santangiolina 2.0

Emilio Baietta: interista, allevatore e oggi anche presidente di Santangiolina

Attualità

Santangiolina 2.0

Emilio Baietta è da poco alla guida della cooperativa lombarda. Ecco come intende valorizzare il latte delle sue 400 vacche e di quelle degli altri 220 soci

Emilio Baietta, il nuovo Presidente di Santangiolina, è un bel tipo. Porta con invidiabile disinvoltura i suoi 74 anni, gli piace da matti andare ad irrigare il mais di notte e quando suo figlio Alberto non è disponibile è il primo ad infilarsi in mezzo alla mandria per fecondare le sue vacche. Interista prima ancora di essere frisonista, il suo mito resta Sandro Mazzola e la maglia numero 8. Tutto il resto è un incidente di percorso.

Con Antonio Baietta, che ha condotto monocraticamente la cooperativa lombarda per 39 anni, condivide lo stesso cognome (sono infatti cugini di primo grado), ma, aldilà delle genealogie, la visione del mercato e del ruolo sociale di una realtà come Santangiolina è nettamente diversa. Lo incontriamo alla Cascina Villarossa di Casaletto Lodigiano (Lo), nella storica azienda di famiglia dei Baietta, per capire i motivi che riescano a spingere un imprenditore di successo a rimettersi in gioco ad una età in cui (chi può permetterselo) pensa piuttosto ad allungare le ferie estive e quelle invernali, lasciando le miserie di questo mondo ai più giovani.

 

Responsabilità condivisa

“Sono un allevatore - dice Emilio Baietta - e insieme a tanti altri soci della Cooperativa sentivamo forte l’esigenza di riportare un allevatore alla presidenza, rimettendo al centro dell’attività di Santangiolina gli allevatori, che a nostro avviso non ne erano più il cuore pulsante. Ma, a scanso di equivoci, non voglio rifondare una seconda dinastia Baietta. Ho dato la piena disponibilità per i tre anni di questo mandato perché il momento storico lo richiedeva, ma sono un fautore del ricambio e delle energie nuove, per cui giochiamoci il presente al meglio e creiamo davvero una squadra in cui i talenti che Santangiolina ha a disposizione crescano e diano vita ad una nuova generazione di dirigenti. Sono ancora un discreto giocatore di tennis – dice sorridendo - e non posso abbandonare per sempre la terra rossa e gli amici. Tutto ha una durata”.

La stalla dei Baietta è segnata da ampliamenti successivi e da investimenti continui per aumentare il benessere animale, rendendo funzionali anche le prime strutture realizzate per ospitare la mandria. Oggi sono 400 le vacche in lattazione, con medie attorno ai 36 litri. Tutto conferito a Santangiolina, ovviamente.

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L’attenzione per la rimonta è assoluta, d’altro canto la nuova mandria parte da qui

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Un impianto di biogas da 250 kW e un fotovoltaico da 600 kW completano le produzioni aziendali

 

Problemi comuni

“Come allevatore ho la consapevolezza che stiamo vivendo un momento di profondo cambiamento ambientale e, tanto per fare un esempio, in questa azienda, da quando ho ricordi, l’acqua non è mai mancata. Oggi stiamo però investendo sull’irrigazione a pioggia perché non possiamo più farne a meno. Questa sera ho il turno per irrigare, ma se guardo alla portata della roggia saremo al 60% in meno rispetto al solito e, nonostante ami infilarmi di sera in mezzo al mais quando irrigo, che per me resta il momento più bello per chi fa questo mestiere, capisco che l’irrigazione a scorrimento potrebbe non essere più il nostro futuro. Senza dimenticare la dinamica folle dei prezzi delle materie prime e dell’energia, due aspetti che rendono l’attività di impresa davvero complessa da portare avanti. Sono gli stessi problemi degli altri 220 soci allevatori di Santangiolina, che vanno da Mantova a Novara, e la decisione di avere un allevatore alla presidenza nasce proprio dal bisogno di condividere i problemi e trovare soluzioni comuni. Da socio conferente della Cooperativa negli ultimi anni non sono stato contento del prezzo del latte che ci veniva liquidato, perché purtroppo i soci sono diventati i primi finanziatori delle scelte della passata gestione. E ho dovuto rinunciare forzatamente a troppi centesimi per litro, anche in momenti in cui il centesimo fa la differenza. E questa non è certamente la logica che il nuovo consiglio di amministrazione sta portando avanti”.

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Il paddock esterno a cui parte della mandria ha accesso 24 ore al giorno

 

Aprirsi al mercato

Gli investimenti vanno comunque fatti, ma utilizzando come strumento quello del piano industriale e non certo andando a cercar soldi nelle tasche degli allevatori: “Mi sono insediato da poco tempo, ma abbiamo già lavorato in questa direzione, deliberando alcuni necessari ed inderogabili investimenti nello stabilimento di Pandino (Cr) per aumentarne l’efficienza. Interventi inseriti in un piano industriale, condivisi con il consiglio e deliberati insieme, che abbiamo presentato alle banche, perché il denaro verrà da lì. Oggi, da allevatore, sono tranquillo ad essere in Santangiolina perché abbiamo alle spalle la solidità del Grana Padano e un brand che è forte nei freschi e nei freschissimi, ma che in questi due segmenti va ulteriormente valorizzato e fatto crescere. E sono più sereno di ieri perché so di essere in una cooperativa dove l’aspetto mutualistico è tornato ad essere importante. I soci allevatori sanno che il martedì sono fisicamente a loro disposizione, per trovare insieme la soluzione ai problemi contingenti che possono affliggere qualsiasi stalla, piccola o grande che sia. Ed è già successo che sia Santangiolina a farsi garante con la banca se il nostro socio allevatore è in difficoltà, dopo aver analizzato insieme la situazione e trovato un percorso comune per uscirne. Lo ripeto - dice Baietta - dobbiamo tornare ad essere una cooperativa di allevatori”.

 

Tesoro da valorizzare

Ma c’è anche la grande tentazione, visti i prezzi, di iniziare a vendere il latte dei soci, sottraendolo alla trasformazione: “Certo. Saremmo miopi come dirigenti a non guardare anche in questa direzione - commenta Baietta – dopo aver definito con chiarezza se esistano filiere meno remunerative di altre, il cui latte, ad esempio, potrebbe essere destinato alla vendita con maggior utile. Non possiamo chiuderci a riccio perché in passato si è sempre fatto così, ma occorre aprirsi a collaborazioni strategiche con altri attori del settore, per rafforzarci ed essere sempre più protagonisti del comparto. I contatti con Granarolo e Latteria Soresina vanno in questa direzione, nella massima trasparenza. Perché il mandato che ho è di valorizzare al massimo il latte che io e altre 220 stalle produciamo quotidianamente. E nei prossimi 3 anni, mi creda, lo farò ogni singolo giorno”.
Questa sera invece un po’ di riposo. C’è il turno dell’acqua e troverete il Presidente in mezzo al mais. Emilio Baietta è fatto così.