"Magica" di nome e di fatto

Carla, Giancarlo, Mario e Federica Borgognone

Attualità

"Magica" di nome e di fatto

I Borgognone sanno ottenere il massimo dalla loro terra e dalle loro vacche. E la loro azienda agricola, il cui nome nasce dalle iniziali di Mario, Giancarlo e Carla, è un esempio di come si possa puntare in alto, senza derogare dal benessere animale

La Provincia Granda è ricca non solo di allevatori capaci, ma anche di monumenti da visitare e una sosta all’abbazia di Staffarda è d’obbligo prima di varcare il cancello dell’Azienda Magica della famiglia Borgognone a Revello (Cn).
Una storia che ha più di un secolo di vita, visto che il tutto ebbe avvio ai primi del ‘900 grazie all’impegno del nonno Giuseppe, il “marghè”, ovvero il malgaro, che ad un certo punto della sua vita decise di fermarsi in paese di iniziare ad accudire e mungere le sue Piemontesi. Poi, come spesso accade, le Frisone sono progressivamente entrate in stalla sino a quando l’azienda è stata colpita dalla tubercolosi, imponendo un forzato piano di risanamento della stalla e la ripartenza con indirizzo latte. Poi un nuovo risanamento, causa questa volta della brucellosi, che avrebbe piegato chiunque, ma non i Borgognone, pronti a ripartire di nuovo nel 1993.
Da allora si è lavorato sodo arrivando ai quasi 600 capi totali, dei quali 290 vacche in mungitura.


Massimo Beltramino della Concessione Purina® Monviso di Beltramino Massimo, lo specialista Luca Nano, Giancarlo e Mario Borgognone e le mogli Federica e Carla
 

Ce la mettiamo tutta

“C’è stata una crescita continua – ricorda Giancarlo Borgognone – tutta basata sulla rimonta interna, perché di acquistare capi fuori dalla stalla non avevamo più alcuna intenzione. Anzi, negli ultimi anni abbiamo sempre venduto qualche animale (nel 2020 una quindicina ed una ventina nell’anno appena iniziato), a testimonianza che il tutto stia girando con regolarità”. “Questa è una stalla – ricorda Massimo Beltramino della Concessione Purina® Monviso – dove piace a tutti produrre latte, ma senza mai tirare
troppo la mandria. Un esempio? Man mano che la produzione cresceva si è deciso di allungare
l’attesa volontaria, rispettando la fisiologia della bovina. Il risultato? Prima dei 90 giorni oggi non si feconda quasi mai”. “È una scelta che alla lunga paga - spiega Giancarlo Borgognone – e con la recente installazione dei podometri oggi possiamo tenere davvero sotto controllo la mandria. A noi piace comunque stare in stalla e abbiamo sempre avuto una gestione attenta agli animali, che supplisce al fatto che in allevamento non sincronizziamo il bestiame”.


Il corpo aziendale dove vengono allevate le manze

 

Il benessere paga

Ai Borgognone il lavoro non fa paura e, anno dopo anno, si è investito per dare alla mandria una sistemazione sempre più confortevole, sfruttando i due corpi aziendali di cui la Magica è dotata.
Per gli elicotteri la struttura era troppo bassa, ma le ventole oggi aiutano le vacche in produzione a superare la stagione calda, nonostante la stalla sia un po’ chiusa, rispetto agli standard attuali. Un’altra mano è data dalla bagnatura delle bovine, un ennesimo investimento tecnologico che consente ai Borgognone di mungere 40 litri per capo anche nel periodo estivo. Evidentemente gli animali se la passano bene. “Ultimamente - interviene Mario – stiamo utilizzando sempre più Blu Belga, perché abbiamo un numero sufficiente di manze e non vogliamo spingerci oltre, visto che la stalla è piena. E i 350 euro di valore del vitello meticcio ci confermano la correttezza di questa scelta anche sotto il profilo della sostenibilità economica, anche perché, a fare bene i conti, guadagni più che a vendere una manza, ma rischi molto meno”.


Investiamo sulla genetica

Oggi con l’ingresso del seme sessato nei piani di accoppiamento si mira più chirurgicamente ai soggetti con una genetica più elevata, alzando in questo modo il livello genetico medio della mandria. Prossimo obiettivo lavorare sulla longevità per essere sempre più efficienti, mantenendo comunque produzioni elevate. “Una decina di anni fa - interviene Giancarlo - le medie oscillavano attorno ai 32 litri, oggi si passano spesso i 40, segno di quanto il lavoro in stalla stia pagando”. Un risultato a cui si è arrivati rivedendo i piani colturali per avere una razione capace di sostenere la mandria, che avesse però un costo in linea con la strategia decisa da Giancarlo e Mario Borgognone, che oggi possono contare su 75 ettari da mais e 15 a prati stabili. “Qui da noi la terra ha raggiunto valori davvero elevati – ricorda Mario - e oggi le ultime vendite in zona sono state concluse attorno ai 100mila euro/ettaro. Quindi dobbiamo riuscire ad ottimizzare la superficie aziendale sotto il profilo produttivo e lo facciamo ripartendo la superficie destinata a mais fra silomais e pastone, che negli ultimi anni ha assunto un’importanza notevole nella nostra razione entrando in quantità superiori ai 6 kg/capo/giorno”.




Tutto fasciato

“Una particolarità di questa azienda – spiega Luca Nano, lo specialista Purina® che segue l’azienda insieme alla Concessione Monviso – è che tutto il fieno viene fasciato, dopo essere stato trinciato. Una scelta che ha caratterizzato gli ultimi 5 anni e cambiando in parte l’alimentazione della mandria, supportata con prodotti specifici nati dalla ricerca Purina® per garantire alle vacche di avere sempre a disposizione il nutrimento di cui hanno bisogno. A livello di frazione proteica, aldilà della farina di estrazione di soia che viene acquistata sul mercato, tutto il resto è di produzione aziendale e questa è una
grande risorsa da sfruttare al massimo”. Poi c’è il capitolo dell’allevo, settore che interessa il secondo corpo aziendale, situato a pochi chilometri dalla stalla delle vacche. Qui si sono in parte riutilizzate vecchie strutture, ma si è anche costruito per assicurare alle future lattifere uno spazio a misura di bovina dove crescere e prepararsi ad una carriera produttiva di successo.
In nome del benessere animale.