Una regina alla riscossa

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Una regina alla riscossa

Nella futura Pac l’erba medica avrà un ruolo determinante: se ne è parlato in occasione del webinar dell’Associazione italiana Foraggi Essiccati (AIFE) dedicato al progetto Medi-C-A-Rbonio

“Contabilizzazione delle emissioni e sequestri del carbonio nel processo produttivo del foraggio da prato di erba medica per valutarne il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici”: questo il tema di Medi-C-A-Rbonio, lo studio che vede coinvolti il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia e una quarantina di aziende associate ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi, a cui la stessa associazione ha voluto recentemente dedicare un web meeting.
Primo intervento affidato a Paolo De Castro del Parlamento Europeo, che sulla trattativa in corso a Bruxelles per la nuova Pac 2023-2027 ha ricordato come tra gli obiettivi della futura Politica agricola europea vi sia “il rafforzamento alla sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici. Siamo nel pieno di un negoziato che racchiude molte novità all’interno di una fase nuova più orientata alla tutela dell’ambiente e in un contesto in cui le colture leguminose come l’erba medica entrano a pieno titolo, offrendo a tutti gli Stati membri grandi opportunità”.
Gli eco-schemi saranno come noto un asse portante della nuova Pac, “ad essi – ha spiegato nel suo intervento Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia – è destinato circa il 30% del budget destinato ai pagamenti diretti. Entro questo Natale ogni Stato della Ue dovrà scegliere i propri eco-schemi che più in generale prevedono attività già codificate come il biologico, ma anche il controllo meccanico delle infestanti e l’adozione di pratiche agro-ecologiche come la rotazione delle colture con inserimento di leguminose. Sarà quindi importante costruire dei buoni eco-schemi perché la nuova architettura verde della Pac è fatta di una condizionalità più alta rispetto al passato e il sostegno al reddito sarà sempre più orientato verso la sostenibilità”.


Il Presidente di Aife, Gianluca Bagnara, ha sottolineato come su un tema così importante e attuale come la valorizzazione delle colture in grado di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici esista una grande sensibilità e un forte desiderio di conoscenza
 

Sequestro di carbonio nel terreno

E per evidenziare e documentare i plus di sostenibilità ambientale dei foraggi da prati di erba medica ecco che il progetto Medi-C-A-Rbonio entra a pieno titolo nella discussione perché “attraverso questo progetto intendiamo valutare il contributo delle foraggere poliennali al sequestro di carbonio nel suolo e raccogliere gli elementi di sostenibilità, documentandoli anche a supporto di una certificazione ecologica”. Così Maria Teresa Pacchioli del Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) di Reggio Emilia, che è al fianco della Filiera Italiana foraggi come partner scientifico.
Il progetto è partito verso la fine del 2020 e intende stabilire il ruolo della coltivazione di erba medica nel sequestro del carbonio nel terreno nella parte orientale dell’Emilia Romagna. “Gli studi che abbiamo condotto con altri progetti che hanno riguardato l’intera regione – ha spiegato la ricercatrice – ci hanno mostrato che mediamente lo stoccaggio nei primi 30 cm di suolo nei diversi territori e usi del suolo regionali è di 61 mg/ha, ma nei terreni dove si coltivano foraggere destinate a Parmigiano Reggiano possiamo arrivare anche a 75 mg/ha. Questo dimostra quanto possano essere interessanti le potenzialità di una leguminosa come l’erba medica sul sequestro di carbonio e il contributo che la sua coltivazione può dare alla mitigazione del cambiamento climatico”.
 

Eco-certificazione

Un contributo che potrebbe presto condurre alla certificazione di prodotto, quel made green in Italy di cui ha parlato Sara Cortesi dell’Enea, illustrando il progetto Life Magis partito nel settembre di due anni fa per favorire la conoscenza sul mercato di prodotti made in Italy di alta qualità ambientale attraverso l’adozione di linee guida per il calcolo degli impatti.
In occasione del webinar non sono infine mancati gli approfondimenti sulle cosiddette Bat (Best available techniques) da adottare per il contenimento delle emissioni derivanti dalla produzione di foraggio disidratato. Ne hanno parlato Nicola di Virgilio e German Giner Santonja della Commissione Europea.
Da coltura che fino a pochi anni fa sembrava destinata a scomparire, oggi per l’erba medica si aprono dunque scenari molto interessanti, e non soltanto da un punto di vista produttivo, ma anche che economico. Lo dimostrano i numeri di Aife, che nell’ultimo anno ha esportato circa il 60% della produzione con un trend in continua ascesa. Il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale e una produzione di circa 800mila tonnellate/anno, pari al 10% della totalità prodotta in Italia e trasformata nei 30 impianti distribuiti in diverse regioni, fanno dire al presidente Gianluca Bagnara che “vogliamo veder crescere questi numeri nel rispetto del legame col territorio, della salubrità del prodotto, della sostenibilità ambientale, sociale ed economica di questo settore in grande evoluzione”.