Materie prime, i listini non sorridono agli allevatori

Il mercato delle commodity sta tirando troppo al rialzo

Attualità

Materie prime, i listini non sorridono agli allevatori

Prezzi sostenuti e previsioni non rassicuranti per quest'anno. Con il rischio che la zootecnia debba assorbire un conto davvero pesante. Il parere di Assalzoo

Tristi note per chi alleva e ha bisogno di cereali e proteiche per i propri animali. Non si arresta infatti a tendenza all’aumento dei prezzi delle materie prime agricole iniziata lo scorso anno. Anche nei primi tre mesi del 2021 la Fao ha rilevato un incremento delle quotazioni delle commodity tra cui i cereali (+27,8%). Le previsioni sembrano confermare il trend per tutto l’anno in corso, uno scenario che accentua gli squilibri sul mercato internazionale e che potrebbe avere effetti dirompenti sul già fragile assetto del settore agro-zootecnico-alimentare italiano.
Il rialzo dei prezzi dei cereali e della soia quotati in Italia è stato costante a partire dall’autunno del 2020 interessando anche il primo trimestre del 2021. Il mais ha toccato quota 230 euro/t, un valore vicino al record del 2011. La soia ha addirittura superato il picco da quindici anni a questa parte: sono stati ampiamente superati i 600 euro/t.

 


Situazione non semplice anche in prospettiva

Viste queste premesse non si esclude il rischio che le spinte verso l’alto dei prezzi proseguano anche nel 2022.
Un contesto del genere non può che esercitare una pressione sul settore mangimistico e su quello zootecnico ai limiti della sostenibilità economica. Il settore già vive uno stato di sofferenza in quanto il nostro Paese – com’è noto – è in forte deficit produttivo, dipendendo dall’estero per il 60% del proprio fabbisogno di cereali e semi oleosi. È quindi giunto il momento che il Governo italiano affronti con decisione, anche con un intervento normativo, la questione della produzione e degli approvvigionamenti agricoli che vede l’Italia esposta alla volatilità dei prezzi dei mercati internazionali.
L’obiettivo resta sempre quello della tutela del settore primario, anche attraverso la promozione di strategie di filiera che garantiscano tutti i soggetti in campo. 
“Davanti al continuo rialzo dei prezzi delle principali materie prime agricole – spiega Marcello Veronesi, presidente di Assalzoo (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) – la mangimistica svolge un ruolo di camera di compensazione assorbendo parte dei rincari dei prezzi dei cereali impiegati nel suo processo produttivo. Ma con il perdurare della situazione, è a rischio la tenuta non solo del nostro comparto ma di tutta la zootecnia, per cui è necessario sostenere le produzioni italiane con ogni mezzo possibile”.