Bilancio Ue, in calo le risorse per l’agricoltura

A causa dei ritardi accumulati nella riforma della Pac, restano attivi i programmi regionali di sviluppo rurale in vigore

Attualità

Bilancio Ue, in calo le risorse per l’agricoltura

Lo stanziamento per il 2021-2027 ammonta a 386,7 miliardi di euro. Al netto dell’inflazione, un 10% in meno rispetto alla dotazione dell’attuale settennio

Ammonta a 386,7 miliardi di euro la dotazione finanziaria a favore della politica agricola europea per gli anni tra il 2021 e il 2027. È una delle decisioni prese poche settimane fa dal Consiglio europeo che ha raggiunto l’accordo sul bilancio Ue per il prossimo settennato. Dunque tutto va iscritto nella cornice ben più ampia del bilancio, che per molto tempo ha visto un lungo e duro negoziato, ulteriormente complicato dallo scoppio della pandemia da Covid-19 che, oltre all’emergenza sanitaria, ha la conseguenza di innescare una crisi economica senza precedenti che dispiegherà i suoi effetti nefasti per molto tempo.
Per questo motivo, le istituzioni europee hanno trovato l’intesa per un intervento finanziario straordinario di aiuti ai Paesi dell’Unione per 750 miliardi di euro, il cosiddetto Recovery Fund. Che si affianca al Quadro finanziario pluriennale – il vero e proprio bilancio Ue dei prossimi 7 anni – che è stato indicato pari a 1.074 miliardi di euro.
Ma tornando al settore agricolo, è nell’ambito del Quadro finanziario europeo che trova posto lo stanziamento per la politica agricola europea. Citavamo i 386,7 miliardi di dotazione complessiva per gli anni tra il 2021 e il 2027. Una cifra che a livello nominale appare in aumento rispetto ai 375 miliardi di euro della programmazione precedente (2014-2020), ma a livello reale, ovvero tenendo conto dell’inflazione, in realtà fa registrare una perdita, stimata dagli esperti in oltre il 10%. Comunque, dello stanziamento complessivo, la minor parte (95,6 miliardi di euro) è destinata alle misure di sviluppo rurale, mentre la maggior parte (291 miliardi di euro) andrà ai pagamenti diretti e agli interventi sui mercati.
 

Regolamento transitorio

A proposito di misure di sviluppo rurale e pagamenti diretti, in parte per la lunga durata del negoziato sul bilancio Ue, ma soprattutto per i ritardi accumulati nella formulazione e nella definizione della riforma della Pac, di cui si parla ormai da anni (e anche in questo caso la pandemia non ha certo aiutato), le istituzioni comunitarie hanno varato un regolamento transitorio per evitare un vuoto normativo tra la vecchia programmazione e la nuova che stenta a partire. Con questo regolamento, si garantisce così continuità sia allo sviluppo rurale che agli aiuti al reddito. Per le prime, in particolare, restano attivi i programmi regionali attualmente in vigore; tocca dunque ora alle singole Regioni italiane decidere se avviare nuovi bandi per le misure già definite.

Valerio Vecchi